Il percorso che mi ha portato a lavorare con un software
B.I.M. è stato influenzato dagli ultimi esami universitari che di fatto hanno
orientato sia gli argomenti della mia tesi che l'approccio al disegno
progettuale. Tra il 2001 e il 2004 ho iniziato a capire la differenza di
filosofia tra un tipo di software CAD classico come AutoCAD della Autodesk e
alcuni applicativi parametrici, nella fattispecie mi ricordo che il primo
approccio fu proprio con un applicativo di Autocad, una sorta di plugin, che si
chiamava AddCAD: questo mi permetteva di disegnare gli elementi costruttivi del
mio progetto parametrizzandoli, ed una volta inseriti alcuni dati quali
altezza, larghezza e spessori dei componenti, avevo poi la possibilità di
visionare direttamente la sua forma tridimensionale, potendo anche scegliere
sia una visualizzazione assonometrica che prospettica. Poco dopo, durante un
laboratorio di industrializzazione dell’edilizia iniziai ad approcciarmi alla
versione 5 di Archicad della Graphisoft, rimasi colpito sia dalla facilità con cui riuscivo a passare
da una visualizzazione bidimensionale ad una tridimensionale, che dalla gestione
delle telecamere e dalla possibilità di inserire materiali e oggetti
parametrici. Queste prime esperienze mi portarono a capire l’importanza di
disegnare e rappresentare un unico modello virtuale da cui estrapolare tutti
gli elaborati grafici che definiscono un progetto. Dal mio modello virtuale potevo
ottenere le piante, le sezioni ed i prospetti con una certa facilità, ma anche
la rappresentazione tridimensionale del mio progetto, molto richiesta dai
committenti nei miei primi anni di attività, e che oggi accompagna tutti i miei
lavori.
Il mio strumento di lavoro quotidiano è pertanto diventato
Archicad, un software B.I.M., ma cosa significa? B.I.M. è l’acronimo di Building
Information Modeling, tradotto modello d’informazioni di un edificio, un
software che utilizza questa tecnica permette di creare un edificio virtuale
che contiene molteplici dati di un’opera che si sta progettando, quali la sua
localizzazione geografica, la sua forma, i materiali che vengono utilizzati, il
tipo di struttura portante, i particolari costruttivi, la definizioni delle
fasi operative dalla progettazione alla realizzazione dell’opera, ma anche la
manutenzione della stessa. Tutti questi dati possono essere consultati dagli
operatori per ottenere altre informazioni quali il computo metrico e tutti gli
elaborati grafici di progetto necessari sia per l’ottenimento delle
autorizzazioni comunali che per la normale attività di cantiere. In contesti
strutturati è comune condividere l’edificio virtuale con gli attori principali
(progettisti, committenti, costruttori) che possono intervenire durante le
varie fasi del processo edilizio, in questo caso si parla di Teamwork.
Oggi esistono diversi software che utilizzano il B.I.M., tra
questi abbiamo già citato Archicad della Graphisoft, poi abbiamo Allplan della
Nemetschek e Revit dell’Autodesk. Mi
piacerebbe anche avviare una discussione sul confronto tra questi tre software,
potenzialità e difetti, premettendo che su questo argomento mi sento un grande
tifoso ungherese!
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